Friday, May 17, 2019

Ipertensione, il killer silenzioso

L’OMS ha dichiarato la giornata di oggi “World Hypertension Day”.

Riportiamo dal sito dell’OMS:

  • L’ ipertensione - o pressione sanguigna elevata - è una condizione medica seria che aumenta significativamente i rischi per cuore, cervello, reni e altre malattie. (Possibili malattie provocate dall'ipertensione: infarto cardiaco, scompenso cardiocircolatorio, fibrillazione atriale, ictus cerebrale, insufficienza renale, sfiancamento/rottura dell'aorta, occlusione delle arterie degli arti inferiori, deficit cognitivo e demenza su base vascolare, n.d.r.)
  • Si stima che 1,13 miliardi di persone in tutto il mondo soffrano di ipertensione, la maggior parte (due terzi) vive in paesi a basso e medio reddito.
  • Nel 2015, 1 uomo su 4 e 1 donna su 5 soffrivano di ipertensione.
  • Meno di 1 persona su 5 con ipertensione ha il problema sotto controllo.
  • L'ipertensione è una delle principali cause di morte prematura in tutto il mondo.
  • Uno degli obiettivi globali per le malattie non trasmissibili è ridurre la prevalenza dell'ipertensione del 25% entro il 2025 (baseline 2010).

Prevenzione

  • Ridurre l'assunzione di sale (meno di 5 g al giorno)
  • Mangiare più frutta e verdura
  • Essere fisicamente attivi in modo regolare
  • Evitare l'uso del tabacco
  • Ridurre il consumo di alcol
  • Limitare l'assunzione di cibi ricchi di grassi saturi
  • Eliminazione / riduzione dei grassi trans nella dieta

Gestione

  • Ridurre e gestire lo stress mentale
  • Controllare regolarmente la pressione sanguigna
  • Trattare farmacologicamente la pressione alta
  • Gestire altre condizioni mediche

Thursday, May 16, 2019

Prevenire la demenza con uno stile di vita salutare

Causata da malattie come per esempio l’Alzheimer e alcune forme di ictus, la demenza è diventato un problema di salute pubblica in rapida espansione numerica. Si calcola ci siano almeno 50 milioni di persone nel mondo che soffrono di demenza, con 10 milioni di nuovi casi ogni anno. La demenza si manifesta con deficit a carico di numerose funzioni cognitive: la memoria, il pensiero, l'orientamento, la comprensione, la capacità di fare calcoli, l'apprendimento, il linguaggio e la capacità di giudizio. Essa determina problemi comportamentali e incapacità di svolgere le normali attività della vita quotidiana. Costituisce una delle principali cause di disabilità e dipendenza tra le persone anziane in tutto il mondo. Ha inoltre un impatto fisico, psicologico, sociale ed economico, non solo sulle persone affette, ma anche sui loro assistenti, le famiglie e la società in generale.
Secondo l’OMS è possibile ridurre l’incidenza della demenza adottando uno stile di vita appropriato, che consiste nello svolgere regolare attività fisica, non fumare, evitare un consumo eccessivo di alcol, mantenere il peso forma, seguire una dieta salutare, mantenere livelli appropriati di pressione del sangue, di colesterolo e glicemia.

Thursday, May 09, 2019

Troppe morti nel mondo da incidenti stradali

Patrocinata dall'ONU, con il sostegno dell'OMS, si svolge dal 6 al 12 maggio 2019 la Quinta Settimana Mondiale della Sicurezza Stradale. Il Global Status Report, reso noto dall'OMS nel dicembre del 2018, evidenzia come il numero di decessi annuale da traffico stradale abbia raggiunto l'impressionante cifra di 1,35 milioni. Gli incidenti stradali sono oggi il principale killer di bambini e giovani tra i 5 e i 29 anni. Ogni anno quasi 400.000 persone sotto i 25 anni muoiono sulle strade del mondo, in media più di 1000 al giorno. E nei paesi più ricchi anche gli anziani sono vittime del traffico in misura consistente. Eppure esistono misure preventive efficaci che, se adottate, contribuirebbero a salvare un numero considerevole di vite. Per esempio, l'uso corretto del casco per ciclisti e motociclisti. Uno studio sottolinea come una riduzione della velocità del 5% comporterebbe una riduzione del 30% degli incidenti stradali mortali.

Wednesday, May 08, 2019

La polmonite è la prima causa infettiva di morte nel mondo

Secondo i dati dell'OMS la polmonite è la prima causa infettiva di morte in tutto il mondo. A detta degli esperti la polmonite può essere prevenuta attraverso queste misure:
  • l'immunizzazione;
  • un'alimentazione adeguata;
  • una riduzione dell'esposizione all'inquinamento;
  • un miglioramento delle condizioni abitative;
  • evitando di fumare vicino ai bambini.
  • Saturday, May 04, 2019

    Come è cambiata la professione infermieristica negli ultimi 50 anni

    La professione infermieristica è profondamente mutata negli ultimi 50 anni. E' quanto sostiene Allana Akhtar in un articolo pubblicato su Business Insider ("THEN AND NOW: Here's how being a nurse has changed in the last 50 years"). L'istruzione formale impartita alle infermiere(i) si è fatta più articolata e prolungata ed è di frequente di livello universitario. Quella dell'infermiera(e) sta diventando una professione autonoma rispetto a quella posizione "servile" nei confronti del medico, così comune soltanto qualche decennio fa. Per molti il nursing si sta trasformando, da continuazione del lavoro di cura storicamente affidato alle donne tra le mura domestiche, in una professione rispettata, con possibilità di progressione di carriera. Le infermiere (i) rappresentano ormai la forza lavoro più consistente nel settore sanitario di tutti i Paesi del mondo sviluppato e sempre nuovi campi di specializzazione si profilano all'orizzonte, come l'assistenza infermieristica forense e l'ambito informatico. Si tratta inoltre di una professione in espansione. L'invecchiamento della popolazione nei Paesi più ricchi e al contempo la necessità di mantenere sistemi sanitari economicamente sostenibili, assegnerà alle infermiere in un futuro imminente un ruolo ancora più importante in campo sanitario. Basti soltanto pensare alle prospettive offerte dalla organizzazione e implementazione di un'assistenza territoriale di buon livello, per capire che si tratta di una professione in espansione non solo numerica, ma anche strategica. Nel mentre, negli ospedali i posti letto si sono ridotti, la durata delle degenze si è accorciata e i pazienti spesso presentano problemi sanitari complessi che richiedono giocoforza un'assistenza infermieristica più efficiente e qualitativamente sofisticata. Anche la documentazione infermieristica si sta adeguando alle esigenze della contemporaneità. Fornire cure migliori richiede annotazioni infermieristiche puntuali, accurate e strutturate. E difatti in numerose realtà, con l'avvento della cartella elettronica (negli USA il governo ha stanziato 19,2 miliardi di dollari per incrementare l'adozione delle cartelle cliniche elettroniche), le note infermieristiche digitali stanno diventando prassi corrente.

    Thursday, May 02, 2019

    L'uso inappropriato dei guanti espone a un maggior rischio di dermatite e... a costi eccessivi

    Almeno è quanto sostiene il Royal College of Nursing che ha promosso una campagna di sensibilizzazione tra gli infermieri sull'uso dei guanti. Titolo dell'evento: "Glove Awareness Week" (letteralmente: "settimana di consapevolezza del guanto"). Secondo le loro linee guida i guanti andrebbero usati soltanto quando c'è il pericolo di venire a contatto con il sangue e altri fluidi corporei e con mucose e soluzioni di continuo della cute. Oppure quando si maneggiano preparati chimici irritanti (disinfettanti, farmaci citotossici, ecc.). Inoltre i guanti andrebbero indossati soltanto quando le mani sono completamente asciutte. Secondo gli inglesi, nella pratica clinica si fa spesso un uso inappropriato dei guanti, rischiando di procurarsi lesioni cutanee e sprecando risorse economiche per definizione scarse. Oltre a causare un danno da inquinamento ambientale. Il Royal College stima che 1000 operatori sanitari del Regno Unito sviluppino ogni anno una dermatite da contatto, causata dall'uso dei guanti. In molte occasioni, al fine di proteggere maggiormente dalle infezioni sia l'operatore che il paziente, più opportuno dei guanti è il lavaggio accurato delle mani.

    Wednesday, May 01, 2019

    Bioritmi scombussolati dal lavoro a turni

    Sulle ripercussioni negative del lavoro a turni torna Psicologia contemporanea in un articolo di Massimo Montebove (Quei maledetti stressanti turni di lavoro). Il lavoro a turni, che coinvolge, tra le altre, le cosiddette "professioni di aiuto" come forze dell'ordine e operatori sanitari, ha ripercussioni negative sull'equilibrio psicofisico e sulla salute delle persone. Che vanno dai disturbi del sonno alla stanchezza, dalla riduzione delle abilità cognitive al burnout. Con un rischio aumentato di errori e incidenti sul lavoro. E, secondo molte ricerche, con un incremento della possibilità di sviluppare negli anni malattie organiche anche gravi. Compito delle organizzazioni è pertanto quello di prestare maggiore attenzione all'integrità psicofisica dei lavoratori e all'allestimento di orari e condizioni di servizio più in linea con la salute delle persone. Ciò comporterebbe una ricaduta positiva sull'efficienza stessa del sistema.