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Il mito dei 10.000 passi: la scienza lo smonta

Un recente studio internazionale pubblicato su The Lancet (coordinato dall’Università di Sydney) rivela che non serve camminare 10.000 passi al giorno per stare in salute: ne bastano circa 7.000 . È quanto emerge da una meta-analisi su 57 studi condotti tra il 2014 e il 2025, considerati paesi diversi (Australia, USA, UK, Giappone) ( Corriere della Sera ). 📌 Perché questa cifra? La soglia dei 10.000 passi nacque negli anni Sessanta come campagna pubblicitaria per vendere un contapassi in Giappone (il modello “Manpo‑Kei”) ed è rimasta un mantra popolare, ma priva di reali evidenze cliniche ( AEMMEDI ). I benefici più robusti si registrano già attorno ai 7.000 passi al giorno, e oltre questa soglia miglioramenti aggiuntivi sono modesti sul fronte della mortalità generale ( Corriere della Sera ). 🧠 Benefici specifici emersi 🔹 Mortalità generale: 4.000 passi/giorno già riducono significativamente il rischio di morte per qualunque causa ( Corriere della Sera ). La rid...

Come migliorare la collaborazione medico-infermiere e rendere sicura la gestione della terapia

Un lavoro di squadra per curare meglio e sbagliare meno Uno degli aspetti più delicati e decisivi nella vita di reparto è la collaborazione tra medici e infermieri . Quando funziona, tutto fila liscio: il paziente riceve cure più efficaci, l’ambiente è sereno, il team lavora con più motivazione. Quando invece la comunicazione è carente o confusa, aumentano i malintesi, i ritardi, gli errori terapeutici. Ecco allora alcune buone pratiche che possono fare la differenza. 1. Servono fiducia e rispetto reciproco Per collaborare davvero, non bastano l’educazione o la gentilezza. Serve creare un clima di fiducia reciproca , dove ognuno conosce il proprio ruolo ma si sente libero di parlare, fare domande, proporre soluzioni. Gli infermieri devono sentirsi ascoltati, i medici devono poter contare sul nostro sguardo clinico costante. Quando ci si stima, si lavora meglio. 2. Usiamo un linguaggio chiaro e strutturato Una delle tecniche più efficaci per migliorare la comunicazione è usa...

Il SSN al collasso? Fra carenze strutturali, illusioni tecnologiche e la necessità di una riforma radicale

Il recente editoriale di Sergio Harari pubblicato sul Corriere della Sera fotografa con lucidità la deriva del Servizio Sanitario Nazionale, da tempo sotto stress e ormai al limite della sostenibilità. Le soluzioni tampone – come l'importazione accelerata di personale sanitario da altri Paesi, spesso poco formato e impreparato ad affrontare la complessità del contesto italiano – rivelano la profondità di una crisi sistemica che non si può più ignorare. Il SSN non è solo in affanno. È malato. E non si può curare con cerotti. Un problema di risorse. Ma non solo Il refrain è noto: mancano risorse economiche. Gli stipendi di infermieri e medici sono fra i più bassi d’Europa, il turn over è stato a lungo bloccato, le assunzioni sono spesso a tempo determinato e il burnout colpisce con una frequenza ormai endemica. Ma la crisi non è solo quantitativa . È qualitativa. Perché non basta assumere più personale: serve personale formato, motivato, integrato in un sistema organizzato e meritoc...

Turni di sostituzione e disagio emotivo: il costo nascosto della razionalizzazione ospedaliera

Negli ultimi anni, la gestione del personale infermieristico ospedaliero si è orientata sempre più verso una logica razionale, ispirata a criteri di efficienza, flessibilità e ottimizzazione delle risorse. Si ragiona per dipartimenti e unità operative affini, nella convinzione che tale organizzazione consenta una migliore allocazione dei professionisti in base alle necessità assistenziali. Sulla carta, tutto questo appare sensato. Ma nella pratica, c'è un aspetto trascurato e sottovalutato: quello emotivo e relazionale, legato al benessere degli operatori sanitari. L’impatto dei turni di sostituzione Sempre più frequentemente, gli infermieri sono chiamati a coprire turni in reparti diversi dal proprio, spesso con pochissimo preavviso, talvolta persino il giorno prima. Questa richiesta di flessibilità estrema diventa rapidamente fonte di stress, soprattutto quando si accompagna a una scarsa chiarezza organizzativa e all’assenza di un adeguato supporto gestionale. Questi continui spo...

Infermieri schiacciati dai compiti delegabili: il 25% del tempo sprecato in attività non sanitarie

Uno studio condotto in 5 ospedali piemontesi rivela che un quarto del tempo lavorativo degli infermieri viene assorbito da attività non sanitarie (trasporti, burocrazia, igiene, telefonate, pasti). Compiti che dovrebbero spettare a OSS o personale ausiliario, ma che ricadono sistematicamente sugli infermieri, generando frustrazione, ansia e rischio burnout. Alla base, carenza di personale, scarsa cultura della delega e un’organizzazione inadeguata. L’Ordine Infermieristico lancia un appello alle istituzioni: restituire agli infermieri il loro ruolo clinico è ormai una priorità urgente. 🔗 Leggi l’articolo completo

Arriva l’Assistente Infermiere (aka “super OSS”) e l’aggiornamento del profilo OSS tradizionale

 Il 2 settembre 2024 il Ministero della Salute ha emanato due decreti che: 1. Aggiornano il profilo dell’OSS Il corso di formazione passa a 1.000 ore (tra 9 e 18 mesi), divise tra teoria e tirocinio, con aggiornamenti annuali obbligatori . L’OSS potrà operare non solo in ospedali, RSA e servizi domiciliari, ma anche in strutture scolastiche, penitenziarie, psichiatriche e altri contesti. 2. Nasce la figura dell’Assistente Infermiere È un’ evoluzione dell’OSS : chi ha già la qualifica OSS, un diploma di scuola superiore e almeno 24 mesi di esperienza (o 5 anni di esperienza + corso propedeutico di 100 h) può accedere al nuovo ruolo. Il corso dura tra 500 e 600 ore (circa 6–12 mesi), con teoria, tirocinio e simulazioni, e prevede aggiornamenti annuali simili a quelli dell’OSS. Opererà sotto la supervisione dell’infermiere, con mansioni specifiche: rilevazione parametri vitali, somministrazione ossigeno e terapie non iniettive, supporto organizzativo, attività edu...

Schillaci: “La carenza di infermieri non è solo una questione economica, ma di attrattività e carriera”

Durante la presentazione del primo Rapporto sulle professioni infermieristiche (12 maggio 2025), il Ministro della Salute Orazio Schillaci ha sottolineato che la carenza di infermieri non dipende soltanto dalla retribuzione , ma anche dalla mancanza di percorsi professionali attrattivi . 🔹 Il Governo ha già adottato alcune misure di valorizzazione economica : incentivazione della libera professione nel pubblico , indennità per l’emergenza-urgenza , detassazione degli straordinari . 🔹 Con la FNOPI , si lavora a una riforma dei percorsi specialistici , per dare risposte concrete alle ambizioni di carriera dei giovani infermieri, sempre più interessati a lauree magistrali e sviluppo professionale . 📌 Il rapporto presentato mostra anche una forte fiducia degli infermieri nella sanità pubblica , soprattutto per il ruolo sempre più centrale negli ospedali di comunità e nell’ integrazione ospedale-territorio . ⚠️ Con l’invecchiamento della popolazione e l’aumento dell...