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Daniele, 27 anni: «Mi licenzio dal Pronto Soccorso. A Bologna non si vive più»

Daniele Costante, infermiere di 27 anni con contratto a tempo indeterminato al Pronto soccorso del Sant’Orsola di Bologna, ha deciso di licenziarsi e tornare a vivere in Puglia, nella casa dei genitori. Una scelta difficile ma inevitabile, maturata dopo ripetute aggressioni (5 infortuni in meno di 4 anni) , stipendio basso , costi insostenibili dell’affitto e assenza di valorizzazione della professione . Come molti altri colleghi, ha abbandonato il sistema dell’emergenza-urgenza, sempre più fragile e poco attrattivo, per passare al settore privato , oggi più sostenibile dal punto di vista economico e umano: «Mi piaceva il lavoro in PS, ma non si può sacrificare tutto, anche la propria vita privata». 👉 Leggi l’articolo completo su Corriere.it

In aumento le aggressioni fisiche e verbali agli operatori sanitari

A lanciare l'allarme sono statistiche spagnole. Le autorità e le organizzazioni preposte hanno messo in atto dei programmi per contenere il fenomeno, che si manifesta in forme anche gravi di intimidazione e violenza e che riconosce varie radici, non ultima il disadattamento sociale degli aggressori. I programmi contengono training per migliorare la comunicazione e gestire le situazioni di crisi, rivolti agli operatori stessi, ma c'è chi, come la Sociedad Espanola de Medicina General, ricorre a rimedi più drastici: "Il sistema deve far capire al paziente (e ai suoi familiari, ndr) che nessun atto violento. verbale o fisico, gli procurerà vantaggi, anzi dovrà essere perseguito penalmente e amministrativamente, per esempio, mediante la sospensione temporanea del diritto all'assistenza sanitaria garatuita". Come non essere d'accordo. Il cittadino, prima di essere blandito, dovrebbe, a mio avviso, essere responsabilizzato. Forse è un modo più onesto per restituirgl...