Posts

Showing posts with the label organizzazione

L'organizzazione che apprende: Un modello di crescita per i team infermieristici

Nel contesto sanitario attuale, in continua evoluzione e complessità, la capacità di adattarsi e imparare è diventata essenziale per garantire cure di alta qualità. Un concetto chiave per raggiungere questo obiettivo è quello dell’ “organizzazione che apprende” . Questo modello, sviluppato e reso popolare da Peter Senge nel suo libro " La quinta disciplina " , si riferisce a un’organizzazione che facilita l’apprendimento continuo dei suoi membri e si evolve costantemente per migliorare la propria efficacia. Cosa significa per un team infermieristico? Applicare il concetto di organizzazione che apprende a un team infermieristico o a un'unità di cura significa costruire un ambiente di lavoro in cui ogni membro del team è incoraggiato non solo a svolgere i propri compiti, ma anche a partecipare attivamente alla crescita collettiva. Questo si traduce in una serie di pratiche che includono la condivisione delle conoscenze, la riflessione sulle esperienze quotidiane e l’apertu...

Strategie organizzative per la sostituzione degli infermieri assenti

La gestione delle assenze degli infermieri per malattia, ferie o dimissioni rappresenta una sfida significativa per le organizzazioni sanitarie, che devono garantire la continuità dell'assistenza senza gravare eccessivamente sul bilancio economico e sul benessere del personale. La letteratura scientifica offre diverse soluzioni per affrontare efficacemente questa problematica, evitando di sovraccaricare gli infermieri chiamati a coprire le assenze per brevi periodi. Modelli di staffing e redistribuzione del personale Uno studio propone una strategia di staffing basata su fattori come la cultura dell'unità, il carico di lavoro a breve termine e il tipo di turno per spiegare l'assenteismo degli infermieri. Questa strategia mira a sviluppare un modello economico per l'adattamento dei livelli di staffing e la redistribuzione degli infermieri tra più unità ([Wang & Gupta, 2012](https://dx.doi.org/10.1016/j.outlook.2011.05.019)). Inoltre, l'uso di indicatori di intens...

Gestione delle Urgenze nei Sistemi Sanitari a risorse scarse: Le Unità di Emergenza-Dedicate e altre soluzioni

Introduzione Nei sistemi sanitari con risorse limitate, gli organici infermieristici ridotti rappresentano una sfida significativa. Quando si verificano urgenze o emergenze improvvise, gli infermieri possono trovarsi in difficoltà nel gestire le criticità senza trascurare le cure di routine per gli altri pazienti. Un'interessante soluzione sperimentata in alcuni ospedali statunitensi è l'implementazione di unità di emergenza-urgenza dedicate. Questo articolo esplora l'efficacia di queste squadre specializzate e discute altre possibili soluzioni per affrontare la gestione delle criticità con risorse limitate. Unità di Emergenza-Dedicate Le unità di emergenza-urgenza dedicate sono team specializzati pronti a intervenire rapidamente in caso di emergenze all'interno dell'ospedale. Queste squadre possono essere attivate non solo dagli infermieri, ma anche dai pazienti stessi o dai loro familiari, garantendo un supporto tempestivo e specializzato. Evidenze e Risultati: - ...

Organizzazione del lavoro infermieristico: modelli, efficienza ed efficacia

Introduzione L'organizzazione del lavoro infermieristico è fondamentale per garantire cure di alta qualità, aumentare la soddisfazione dei pazienti e migliorare l'efficienza operativa. Esistono diversi modelli organizzativi utilizzati nel contesto infermieristico, ciascuno con i propri vantaggi e sfide. Questo articolo esplora i principali modelli organizzativi, discute le evidenze scientifiche che supportano l'efficacia di alcuni metodi rispetto ad altri e presenta le ultime novità e innovazioni nel campo. Principali Modelli Organizzativi 1. Per Compiti    - Descrizione: Gli infermieri sono assegnati a compiti specifici (es. somministrazione di farmaci, cambio delle medicazioni) piuttosto che a pazienti specifici.    - Vantaggi: Efficienza operativa, specializzazione dei compiti.    - Svantaggi: Mancanza di continuità e personalizzazione delle cure, possibile deumanizzazione del paziente. 2. Per Obiettivi    - Descrizione: L'organizzazione è orie...

Come un'assistenza infermieristica eccellente migliora le prestazioni dei medici

Un'ampia ricerca mostra che i programmi che promuovono un' assistenza infermieristica di qualità hanno un impatto radicale in tutte le organizzazioni sanitarie. Gli ospedali che aderiscono a queste iniziative ottengono risultati eccellenti: maggiore soddisfazione e fidelizzazione degli infermieri , migliore esperienza e sicurezza dei pazienti , diminuzione della mortalità , aumento delle entrate e molti altri benefici. Inoltre è dimostrata una correlazione positiva tra l'eccellenza infermieristica e le prestazioni dei medici . Lo rivela un articolo apparso sulla Harvard Business Review a firma di Christina Dempsey e Thomas H. Lee ( How Great Nursing Improves Doctors’ Performance , May 22, 2019)

Né cameriere, né suore, né imbecilli!

E' il significativo slogan con cui le infermiere e gli infermieri francesi sono scesi in piazza negli ultimi anni, a fronte di una situazione professionale e organizzativa che ricorda molto quella italiana.

Professori e fannulloni

Stamattina al lavoro è andata abbastanza bene. Nessuna emergenza vera. Qualcuno con la febbre, un altro con il vomito, il paziente della prima stanza che desaturava, quello accanto agitato, il signore del letto 25 che non riusciva ad urinare. Problemi cui si può ovviare: un po' di tachipirina, un plasil intramuscolo, un po' di ossigeno, una sorveglianza assidua, un cateterismo estemporaneo e si ottiene una risoluzione dei sintomi almeno temporanea. Certo, tutti i degenti hanno il loro problema personale, tutti abbisognano di aiuto personalizzato e poi c'è il telefono che squilla in continuazione, spesso con le richieste più strane e ci sono le incombenze amministrative. Si arriva allo scambio di consegne col turno successivo con l'unico desiderio di buttarsi su un letto e dormire un paio d'ore, per smaltire la fatica. Eppure da un po' di tempo in qua è diventata moneta corrente l'equazione dipendente pubblico = fannullone. Già, nessuno può sfuggire alle ing...

Quando il sogno è cambiare lavoro

Secondo lo studio europeo Next un infermiere su due desidererebbe cambiare lavoro. Ebbene, quell'infermiere stanco e demotivato gode di tutta la mia solidarietà e comprensione. I motivi della disaffezione alla propria altrimenti nobile e umanitaria professione vengono individuati dalla ricerca nello stress, nei turni massacranti e nell'organizzazione del lavoro, caratterizzata da scarso coinvolgimento e partecipazione. Si propongono nuovi sistemi organizzativi. Negli anni ho avuto modo di sperimentare molte di queste nuove soluzioni manageriali, che purtroppo, malgrado le migliori intenzioni, finiscono in breve tempo per essere distorte e, in accordo con la secolare tradizione italiana, per cambiare tutto affinché niente realmente cambi. Le rivoluzioni manageriali in ambito sanitario (ma non solo) hanno fallito, per la semplice ragione che molti continuano a coltivare una concezione del potere maligna e distruttiva, di fronte alla quale nessuna nuova tecnica organizzativa può o...

... ma il barone-Dio rovina l'Italia

Qualche giorno fa è apparso su La Stampa un articolo dal titolo emblematico: Il barone-Dio rovina l'Italia . Scrive l'estensore dell'articolo: "L'Health Consumer Powerhouse, istituto indipendente di analisi e informazione di Bruxelles, dice che la Sanità italiana è rovinata dai baroni. Molti, troppi nostri medici si credono Dio. [...] Per fortuna qualcuno ci dà una speranza: 'Le giovani generazioni sono meglio, hanno capito che l''aria" è cambiata, che non si può portare avanti gente che non lo merita solo perché ha appoggi o è amico dell'amico"'. Ritengo che anche il ritardo dello sviluppo della professione infermieristica sia imputabile, nel nostro Paese, in gran parte ad un sistema organizzativo obsoleto, feudale e demotivante, dove il merito è quotidianamente negletto e dove gli interessi e i privilegi particolari prevalgono spesso sull'interesse generale. Un sistema, inoltre, assai poco trasparente. E' di questi giorni la ...

La biblioteca

Viviamo nella società della conoscenza, nell'epoca delle " organizzazioni che apprendono ", eppure per chi svolge attività che richiedono un aggiornamento continuo è difficile avere accesso alle informazioni giuste, ai testi di studio, a quelle innovazioni scientifiche che determinano il progresso, aumentano l'efficacia degli interventi, migliorano il servizio, incrementano la soddisfazione dei clienti. Una biblioteca ricca e ben funzionante è una necessità inderogabile per qualsiasi azienda che abbia raggiunto una certa dimensione, per qualsiasi istituzione, a maggior ragione se si occupa della salute dei cittadini. Nella mia ormai non più breve carriera lavorativa mi sono invece imbattuto in biblioteche di ogni tipo, quasi tutte disfunzionali: biblioteche grandi come sgabuzzini, biblioteche in cui i libri sono tenuti sotto chiave, biblioteche in cui l'accesso è consentito per un'ora qualche giorno la settimana, biblioteche che "non ci sono i soldi per c...

Braccia strappate all'agricoltura

A volte ho l'impressione che l'organizzazione dell'ospedale italiano combaci con quella del lavoro nei campi di cento, duecento anni fa. C'è il primario che è un prolungamento del vecchio padrone, libero di manifestare tutte le proprie manie e a cui tutti devono dare sempre ragione, c'è il caporeparto che è il fattore arcigno e autoritario che ti tallona passo passo e che non brilla quasi mai per comprensione ed empatia e infine c'è l'infemiere, che la legge dichiara responsabile dell'assistenza, ma che in realtà conta come l'antico bracciante, un semplice esecutore, un due di coppe, la remota rotella dell'ingranaggio cui attribuire il lavoro oneroso e le colpe per tutto quello che non va. Fortunatamente non dappertutto è così, ma gran parte della mia esperienza professionale mi ha portato a queste amareggiate conclusioni. Era ingiusto il trattamento riservato nei secoli scorsi al bracciante, che spesso era analfabeta, ma non per questo privo di ...

La rivolta degli infermieri

... ed ecco il secondo articolo di un'inchiesta giornalistica che ha tutta l'aria di essere seria e di continuare. Il buon giornalismo, d'altronde, è questo: ci mostra la realtà che, talvolta nella sua crudezza, è ben diversa dagli stereotipi radicati nella mente della gente comune, di tutti noi che magari ci formiamo i nostri costrutti personali su determinati argomenti, partendo da informazioni di seconda mano. Il quadro che si profila credo sia emblematico non soltanto di Torino, bensì della realtà di molti ospedali italiani. La rivolta degli infermieri di Salizzoni Strumentisti sul piede di guerra al centro trapianti: «24 le ore lavorate nell'arco di due giorni consecutivi» RAPHAEL ZANOTTI TORINO Era nell’aria. Dopo il Regina Margherita il primo ospedale da cui sarebbe partito un esposto sulle condizioni di lavoro degli infermieri sarebbe stato quello delle Molinette. Quello che forse non ci si aspettava è che i primi a ribellarsi sarebbero stati gli infermieri di...

Infermieri schiavi dell'ospedale

Riporto due articoli significativi sulla condizione degli infermieri negli ospedali italiani, articoli che dovrebbe far riflettere chi ancora pensa che lavorare nel pubblico significhi spassarsela. Opinione che sembra largamente condivisa anche nelle stanze del potere. La fonte è il sito del quotidiano di Torino La Stampa . Ecco il primo articolo... Infermieri "schiavi dell'ospedale" E' di 16 ore al giorno il doppio turno previsto dal Regina Margherita RAPHAEL ZANOTTI TORINO Avvertenza: i nomi sono rigorosamente di fantasia, le storie no. Nude e crude, così come ce le hanno raccontate nei bagni, dietro l’angolo di un corridoio, nascosti da un anfratto, gli infermieri dell’ospedale Regina Margherita. Perché sembra incredibile, eppure anche qui, tra alberi, orsetti e farfalle disegnati sui muri dell’ospedale infantile, c’è chi ha paura a parlare. L’esposto sulle condizioni di lavoro partito dal piccolo nosocomio ha innescato un effetto domino. Presto anche gli infermier...

Carenza di infermieri? Balle. Ci sono, ma sono imboscati

Ormai il problema della carenza di infermieri è diventato simile alla peste manzoniana: tutti alla ricerca dei possibili "untori". Novello don Ferrante, per lo stimabilissimo prof Mauro Salizzoni, responsabile del Centro Trapianti all'ospedale Molinette di Torino, per altri versi professatore di idee generali politically correct, la crisi degli infermieri non esiste. La verità è che gli infermieri ci sono, soltanto che il 50% di loro è "imboscato", protetto dal sindacato. E' quanto afferma in un intervista apparsa su La Stampa Web, nella rubrica-blog Stetoscopio . Personalmente, presumo sia vero che esistono nella sanità degli "imboscati", come d'altra parte in qualsiasi settore del Pubblico Impiego. Non ne ho, s'intende, le prove. Imboscati ce ne sono persino nelle aziende private e non solo in Italia. Sono perfettamente d'accordo che sia un fenomeno da combattere e non solo a parole. Sono d'accordo anche quando l'illustre me...

Una nuova cultura organizzativa

Scrive il professor Umberto Veronesi, ex ministro della Sanità, su L'Espresso , datato 26 ottobre 2006, nell'articolo dal titolo "Veronesi Hospital": "E' inutile acquistare apparecchiature modernissime e preoccuparsi di gestire le alte tecnologie, quando si dimentica che il vero valore aggiunto di un'impresa sono le risorse umane. Nella sanità, che non è tarata sul profitto, ma che va comunque gestita come impresa, non si può rischiare di aumentare ancora di più il gap tra evoluzione tecnologica e involuzione organizzativa. La cosiddetta umanizzazione degli ospedali (e in genere dei servizi preposti alla salute del cittadino), comincia proprio con l'interesse partecipativo di chi ci lavora, ed è certo che non si può raggiungere la qualità delle cure se non si fa passare una cultura nuova, di valorizzazione professionale di medici, biologi, tecnici e infermieri . Con una novità molto più umanizzante delle volenterose piante verdi che stanno comparendo ...

Lontani dai malati

"Nella sanità in alcune regioni più di un quarto degli infermieri si mette in malattia e può essere adibito solo a funzioni di ufficio, lontano dalle corsie, dai malati". Questo scrive Tito Boeri, valente economista su La Stampa di oggi ("Finanziaria inadeguata"), segnalando, a suo modo di vedere, una delle emergenze del sistema-paese. E certo si tratta di un fenomeno su cui bisogna seriamente riflettere. Aggiungendo però, per completare il quadro e per amore di verità, che molti infermieri animati da competenza e buona volontà, con la possibilità di fare di più per i malati, sono frenati da ambienti organizzativi obsoleti, zero autonomia, salari bassi, scarsi incentivi e minime possibilità di migliorare la propria posizione professionale. Senza una visione più articolata e senza mettere mano a una revisione più radicale di quella che è oggi l'organizzazione sanitaria italiana, con le sue rendite di posizione e i privilegi feudali di cui godono talune categorie...

Chirurgia e Formula1

I giornali riportano la notizia che il primario di chirurgia di un ospedale di Londra si è rivolto ad alcuni team di Formula 1, fra i quali anche quello della Ferrari, per migliorare i sincronismi tra medici e infermieri durante gli interventi chirurgici. Non ci trovo niente di male, anzi, mi sembra un'ottima idea. La modernità è fatta di contaminazione tra discipline e saperi diversi e cosa, meglio dello sport, sempre alla ricerca del primato e dell'eccellenza, può aiutare a migliorare le performance.

Fuori i parenti!

Un tempo, ma sarebbe meglio dire che la pratica vige tuttora in talune realtà, esistevano infermieri (ma più spesso era la caposala), la cui abilità precipua consisteva nel mantenere l'ordine e la disciplina in reparto, facendo rispettare in maniera rigida gli orari delle visite, talvolta persino riducendoli con zelo. Insomma, l'autorità di mandar fuori i familiari dei malati era molto apprezzata, non di rado dagli stessi vertici gerarchici. I parenti, o visitatori come oggi con maggiore eleganza vengono chiamati, non vanno idealizzati: è vero, a volte con le loro continue richieste, turbano lo svolgimento delle normali attività di reparto e, in taluni casi, si spingono anche oltre. Tuttavia il malato li attende con trepidazione, li vede con piacere. Giocano, insomma, un ruolo positivo nel processo di cura e, quando possibile, di guarigione. "Fuori i parenti!" è un ordine destinato a risuonare sempre meno nelle nostre corsie. Una ricerca, infatti, condotta presso l...

Conquiste della professione

Quando un dirigente parla di "grande conquista per la professione", a proposito di qualche nuova carica a disposizione nell'organigramma aziendale, non si riferisce in genere a un miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro dell'intera categoria, ma alla sua propria personale carriera e alla possibilità di ottenere per sé privilegi e prebende. Purtroppo capita ancora di frequente che i più feroci oppressori degli infermieri siano altri infermieri.

Fantozzi in corsia

Chiedo il permesso di assentarmi tre ore per partecipare a un corso di aggiornamento, che mi hanno quasi obbligato a frequentare. Se perdo questa lezione, addio crediti ECM. I colleghi sanno di cosa parlo. Naturalmente mi rispondono di no. Ben mi sta. In vent'anni di lavoro avrò usufruito di due giorni di permesso retribuito, da anni non faccio un giorno di malattia. Comunque mi rispondono di no. Eppure ci sono in servizio altri 5 infermieri e 4 OSS. Ma se manco io pare che l'ospedale si fermi. Può assentarsi il primario, i medici, i tecnici, la caposala, la dirigente, gli OSS e tutto procede per il meglio. Ma io non posso mancare. OK: domani chiedo un colloquio col direttore: se sono io che sostengo l'ospedale esigo che mi venga almeno triplicato lo stipendio.