Showing posts with label note infermieristiche. Show all posts
Showing posts with label note infermieristiche. Show all posts

Sunday, April 20, 2025

Scrivere per assistere: l’arte (e la responsabilità) delle note infermieristiche ben fatte

Le note infermieristiche non sono burocrazia. Non sono nemmeno un’incombenza da sbrigare a fine turno. Sono uno strumento clinico, comunicativo, giuridico. Eppure, ogni giorno, nei reparti italiani si leggono annotazioni frettolose, criptiche, insufficienti o ridondanti.

Scrivere bene le note significa prendersi cura anche della documentazione, della continuità assistenziale, della sicurezza del paziente e della tutela legale di chi ha agito. Ma allora: come si redige una nota infermieristica efficace?


1. La nota infermieristica è un atto professionale

Prima regola: non è un diario personale, né un riassunto generico della giornata. È un atto clinico, parte integrante della cartella. Deve:

  • descrivere ciò che è stato osservato, fatto o rilevato;

  • essere oggettiva, concisa, ordinata;

  • essere datata, firmata, e riferita al paziente in modo univoco;

  • rispettare i principi di veridicità e tracciabilità (scrivi solo ciò che hai fatto o visto, non ciò che “avresti dovuto fare”).


2. Che cosa scrivere (e che cosa no)

Una buona nota infermieristica risponde a quattro domande chiave:

  • Chi è il paziente oggi? (condizioni cliniche, parametri, segni osservati)

  • Cosa ho fatto per lui? (interventi, trattamenti, educazione)

  • Cosa ha fatto o detto lui? (reazioni, collaboratività, dolore, cambiamenti)

  • Cosa devo segnalare per chi viene dopo? (problemi aperti, esiti da controllare, bisogni emergenti)

Evita invece:

  • giudizi personali (“paziente antipatico”, “lagnoso”);

  • supposizioni (“probabilmente non ha urinato perché…”);

  • frasi vaghe (“nella norma”, “abbastanza collaborante”);

  • sigle non standard o abbreviazioni ambigue.


3. Come scrivere: forma e stile

  • Scrivi in modo sintetico, ma completo. Niente romanzi, ma nemmeno elenchi telegrafici senza nesso.

  • Usa sempre i tempi passati (es. "somministrata terapia prescritta alle 18:00").

  • Evita il copia/incolla seriale: ogni paziente è unico e ogni turno diverso.

  • Segui un ordine logico: inizio giornata, interventi svolti, osservazioni, consegne.

  • Non usare il futuro né il condizionale ("si dovrebbe fare", "probabile cambio..."): scrivi ciò che è certo e già fatto.


4. Un esempio concreto (buono e cattivo)

Esempio scorretto:
“Paz. agitato. Terapia ok. Tutto regolare. Nulla da segnalare.”

Esempio corretto:
“Alle 22:30 paziente agitato, lamenta dolore alla ferita chirurgica (scala NRS 6/10). Avvisato medico reperibile, somministrato Paracetamolo 1g ev come da prescrizione. Rilevati parametri: PA 145/90, FC 92, SatO₂ 96%, T 37,2°C. Monitorato fino alle 23:10, paziente più tranquillo. Consegna al turno notturno di monitorare dolore e risposta alla terapia.”


5. Le note sono anche uno scudo legale

In caso di contenzioso, la nota infermieristica è l’unica prova scritta di ciò che hai fatto. Se non è scritta, non esiste. E se è scritta male, può ritorcersi contro. Per questo:

  • sii scrupoloso ma onesto;

  • non “aggiustare” retroattivamente le note;

  • non scrivere mai con tono polemico (es. “paziente rifiuta ogni trattamento nonostante i ripetuti tentativi” – meglio: “informato su necessità di terapia, rifiuta con consapevolezza, documentato consenso informato rifiutato”).


Conclusione: la parola che cura

Scrivere note infermieristiche ben fatte non è un lusso né un fastidio. È parte della competenza professionale. E, come ogni competenza, si affina con la pratica, la supervisione e l’etica.

La parola, nel nostro lavoro, non è mai neutra. È un atto di cura. Anche quando prende la forma di una nota in cartella.