Si ritiene che gli infermieri migliori siano quelli che lavorano nei reparti ipertecnologici, laddove la posta in gioco, la vita del paziente, è alta e la sfida per sconfiggere la malattia acuta, "eroica" ed entusiasmante. Ed è senz'altro vero che prestare la propria attività in contesti operativi, come ad esempio la terapia intensiva, la rianimazione, la sala operatoria, il pronto soccorso, la medicina d'urgenza, richiede abilità e competenze non comuni.
Ma è altrettanto vero che la cultura occidentale deve apprestarsi a valorizzare altre prerogative: il prendersi cura del paziente nella sua totalità, la continuità assistenziale, il lavoro routinario, ma prezioso, che caratterizzano l'assistenza di un'altra tipologia di paziente: l'anziano, il disabile, il malato terminale, il paziente cronico.
Anzi, proprio i bisogni e i problemi evidenziati dalla condizione di cronicità costituiscono l'incognita più impellente per i sistemi sanitari occidentali. L'aumento delle patologie degenerative e l'invecchiamento della popolazione richiedono risposte indilazionabili. I sistemi sanitari hanno bisogno, oggi più che mai, di infermieri preparati, capaci di rispondere con efficienza, prontezza e qualità alle nuove esigenze della popolazione.
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Wednesday, September 27, 2006
Cure and care
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