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Saturday, July 27, 2024

Le infezioni nosocomiali

 Le infezioni nosocomiali, o infezioni correlate all'assistenza sanitaria, rappresentano una delle principali sfide per la gestione della salute negli ospedali. Queste infezioni si sviluppano durante la permanenza del paziente in ospedale e possono avere gravi conseguenze per la salute pubblica. In questo articolo esploreremo le infezioni ospedaliere più comuni e pericolose, i mezzi per limitarne l'incidenza, i reparti più a rischio e il problema dell'antibiotico-resistenza.


Le Infezioni Ospedaliere più comuni


1. Infezioni del Tratto Urinario (UTI):

   - Causate principalmente dall'uso di cateteri urinari.

   - I batteri più comuni includono *Escherichia coli*, *Klebsiella* e *Enterococcus*.


2. Polmonite Nosocomiale:

   - Soprattutto nei pazienti ventilati meccanicamente.

   - Patogeni frequenti sono *Pseudomonas aeruginosa*, *Staphylococcus aureus* e *Acinetobacter*.


3. Infezioni del Sito Chirurgico (SSI):

   - Si verificano dopo un intervento chirurgico.

   - Possono essere causate da *Staphylococcus aureus* e *Streptococcus*.


4. Infezioni del Torrente Ematico (BSI):

   - Spesso associate a cateteri venosi centrali.

   - I principali patogeni includono *Staphylococcus epidermidis* e *Candida*.


Le Infezioni più pericolose


1. Clostridioides difficile (C. difficile):

   - Può causare colite severa e diarrea.

   - Spesso legata all'uso prolungato di antibiotici.


2. Staphylococcus aureus Meticillino-Resistente (MRSA):

   - Può provocare gravi infezioni della pelle, polmonite e sepsi.

   - Difficile da trattare a causa della resistenza agli antibiotici.


3. Acinetobacter baumannii:

   - Associato a infezioni polmonari e del sangue.

   - Estremamente resistente a molte classi di antibiotici.


Mezzi per Limitare l'Incidenza delle Infezioni


1. Igiene delle Mani:

   - Lavaggio regolare e accurato delle mani da parte del personale sanitario.

   - Uso di soluzioni alcoliche per disinfettare le mani.


2. Uso Appropriato degli Antibiotici:

   - Ridurre l'uso eccessivo di antibiotici per prevenire l'antibiotico-resistenza.

   - Implementazione di programmi di stewardship antibiotica.


3. Sterilizzazione e Pulizia:

   - Sterilizzazione accurata degli strumenti chirurgici.

   - Pulizia regolare e approfondita delle superfici ospedaliere.


4. Isolamento dei Pazienti Infetti:

   - Isolare i pazienti con infezioni contagiose per evitare la diffusione.


5. Educazione e Formazione:

   - Formare continuamente il personale sanitario sulle pratiche di prevenzione delle infezioni.


 I Reparti o le Strutture Più a Rischio


1. Unità di Terapia Intensiva (UTI):

   - Alta concentrazione di pazienti critici con dispositivi invasivi.

   - Maggior rischio di infezioni del sangue e polmonite nosocomiale.


2. Reparti di Chirurgia:

   - Frequenti interventi chirurgici che aumentano il rischio di SSI.


3. Case di Cura e Strutture per Anziani:

   - Pazienti spesso con sistemi immunitari compromessi e uso di dispositivi invasivi.


Il Fenomeno dell'Antibiotico-Resistenza


L'antibiotico-resistenza è una delle minacce più gravi alla salute globale. I batteri resistenti agli antibiotici possono diffondersi rapidamente negli ospedali, rendendo le infezioni difficili da trattare e aumentando la mortalità. Alcuni dei batteri più preoccupanti includono MRSA, *C. difficile* e *Acinetobacter baumannii*. È fondamentale utilizzare gli antibiotici in modo responsabile e investire nella ricerca per sviluppare nuovi antibiotici e terapie alternative.


Conclusione


Le infezioni nosocomiali rappresentano una sfida complessa per gli ospedali e richiedono un approccio multidisciplinare per essere gestite efficacemente. Attraverso misure preventive rigorose, l'uso appropriato degli antibiotici e una continua educazione del personale sanitario, è possibile ridurre significativamente l'incidenza di queste infezioni e migliorare la sicurezza dei pazienti.

Monday, September 25, 2006

Fuori i parenti!

Un tempo, ma sarebbe meglio dire che la pratica vige tuttora in talune realtà, esistevano infermieri (ma più spesso era la caposala), la cui abilità precipua consisteva nel mantenere l'ordine e la disciplina in reparto, facendo rispettare in maniera rigida gli orari delle visite, talvolta persino riducendoli con zelo. Insomma, l'autorità di mandar fuori i familiari dei malati era molto apprezzata, non di rado dagli stessi vertici gerarchici. I parenti, o visitatori come oggi con maggiore eleganza vengono chiamati, non vanno idealizzati: è vero, a volte con le loro continue richieste, turbano lo svolgimento delle normali attività di reparto e, in taluni casi, si spingono anche oltre. Tuttavia il malato li attende con trepidazione, li vede con piacere. Giocano, insomma, un ruolo positivo nel processo di cura e, quando possibile, di guarigione. "Fuori i parenti!" è un ordine destinato a risuonare sempre meno nelle nostre corsie. Una ricerca, infatti, condotta presso l'Unità di cura intensiva cardiologica geriatrica dell'azienda ospedaliero-universitaria di Careggi, Firenze, (N. Marchionni, "Più salute con le corsie aperte", Sole Sanità 7-13 marzo 2006) dimostra che, se da un lato non è vero che un afflusso più protratto dei familiari incide negativamente sulla frequenza delle infezioni, è invece provato che orari più ampi di accesso riducano le complicazioni cliniche, fatte salve, naturalmente, le normali precauzioni di salvaguardia dell'igiene ambientale. I risultati sono corroborati da altri lavori scientifici statunitensi. La presenza dei familiari riduce l'ansia dell'ammalato e, di conseguenza, l'increzione degli ormoni dello stress.