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Infermieri italiani allo stremo: il 58% pensa di lasciare la professione

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  L'articolo pubblicato oggi 30 maggio 2025 su Quotidiano Sanità , intitolato "Infermieri in Italia. Il 58% valuta di lasciare la professione, il 51% ha subito almeno un'aggressione. L'indagine di Club Infermieri", presenta i risultati di un'indagine condotta da Club Infermieri, evidenziando una situazione critica per la professione infermieristica in Italia.( Quotidiano Sanità ) Principali evidenze dell'indagine: Intenzione di abbandono della professione: Il 58% degli infermieri intervistati sta considerando di lasciare la professione, segnalando un malessere diffuso. Stress e burnout: Il 51% ha manifestato sintomi di stress elevato e burnout, indicando una pressione lavorativa insostenibile.( Quotidiano Sanità ) Retribuzioni e riconoscimento: Le retribuzioni sono percepite come inadeguate rispetto alle responsabilità e all'impegno richiesto, contribuendo al senso di insoddisfazione. Equilibrio vita-lavoro: Molti infermieri lamentano ...

Infermieri in Italia: carenza cronica e fuga dalla professione

In Italia, il numero di infermieri è significativamente inferiore alla media europea: 6,5 ogni 1.000 abitanti contro gli 8,4 della media UE. Questa carenza si traduce in un sovraccarico di lavoro per il personale esistente e in una qualità dell'assistenza compromessa. Un'indagine recente rivela che oltre il 40% degli infermieri italiani sta considerando di lasciare o cambiare lavoro. Le cause principali includono stipendi inadeguati, condizioni di lavoro stressanti e mancanza di riconoscimento professionale. Il fenomeno è particolarmente preoccupante tra i giovani infermieri, molti dei quali cercano opportunità all'estero o in settori diversi. Le organizzazioni di categoria sollecitano interventi urgenti da parte delle istituzioni per migliorare le condizioni lavorative, aumentare le retribuzioni e valorizzare il ruolo degli infermieri nel sistema sanitario. Senza misure concrete, il rischio è un ulteriore deterioramento della qualità dell'assistenza sanitaria nel pae...

Ci vuole un fisico (e una testa) bestiale

Eh sì, ci vuole un fisico bestiale per svolgere certe professioni. Prendiamo l’infermiere: carenze di organico, turni incalzanti, scarse possibilità di pieno recupero fisico e mentale, organizzazioni tutt'altro che accoglienti, retribuzioni che non rendono giustizia alla responsabilità e all'impegno richiesti. E poi, un nemico da affrontare: la malattia. Subdola, insidiosa, imprevedibile come il mare nei romanzi di Conrad. Un nemico che non dà tregua, che ti costringe a un aggiornamento continuo. Leggi soltanto paper scientifici, frequenti corsi di formazione. Se provi a studiare altro, lo fai a intermittenza, di nascosto, nei pochi giorni di vacanza, con addosso il senso di colpa — perché intanto la famiglia reclama il suo spazio, e il pensiero dei malati ti insegue. Anche leggere un romanzo, che non sia semplice "trash-fiction", diventa un'impresa. Lo affronti a spizzichi e bocconi, spesso costretto a interromperlo e riprenderlo più volte, soprattutto se ...

Nursing Sensitive Outcomes (NSOs): misurare il valore dell’assistenza infermieristica

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Nel contesto sanitario contemporaneo, sempre più orientato alla qualità, alla sicurezza e alla valutazione delle performance, gli esiti sensibili all’assistenza infermieristica , noti come Nursing Sensitive Outcomes (NSOs) , rappresentano una leva fondamentale per misurare l’impatto concreto dell’agire infermieristico sulla salute dei pazienti. Questi indicatori permettono di valutare il contributo specifico dell'infermiere nel miglioramento degli esiti clinici, dell’esperienza del paziente e dell’efficienza del sistema. Cosa sono gli NSOs? Gli NSOs sono esiti clinici, funzionali o esperienziali del paziente che sono influenzati direttamente o indirettamente dall’assistenza infermieristica . In altre parole, si tratta di cambiamenti nello stato di salute del paziente che possono essere ricondotti all’intervento, alla vigilanza e al supporto continuo degli infermieri. Non tutti gli esiti clinici sono NSOs. Per essere definiti tali, devono avere tre caratteristiche principali: ...

Scrivere per assistere: l’arte (e la responsabilità) delle note infermieristiche ben fatte

Le note infermieristiche non sono burocrazia. Non sono nemmeno un’incombenza da sbrigare a fine turno. Sono uno strumento clinico, comunicativo, giuridico. Eppure, ogni giorno, nei reparti italiani si leggono annotazioni frettolose, criptiche, insufficienti o ridondanti. Scrivere bene le note significa prendersi cura anche della documentazione , della continuità assistenziale, della sicurezza del paziente e della tutela legale di chi ha agito. Ma allora: come si redige una nota infermieristica efficace? 1. La nota infermieristica è un atto professionale Prima regola: non è un diario personale , né un riassunto generico della giornata. È un atto clinico, parte integrante della cartella. Deve: descrivere ciò che è stato osservato, fatto o rilevato ; essere oggettiva, concisa, ordinata ; essere datata, firmata, e riferita al paziente in modo univoco ; rispettare i principi di veridicità e tracciabilità (scrivi solo ciò che hai fatto o visto, non ciò che “avresti dovuto f...

Joseph Conrad e l'infermieristica

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 Ci sono mestieri che si svolgono sulla terraferma e altri che si affrontano in mare aperto. Ma talvolta, pur restando tra le mura di un ospedale, ci si ritrova in mezzo a una burrasca. Leggendo Joseph Conrad, scrittore anglopolacco e capitano di lungo corso, si coglie con chiarezza quanto la vita del marinaio, fatta di attese, improvvisi capovolgimenti e dure prove morali, possa assomigliare alla professione infermieristica. Conrad ha raccontato il mare come simbolo dell’imprevedibilità della vita. Il suo Tifone ne è un esempio emblematico: una nave solca acque calme, ma all’improvviso il cielo si chiude e l’oceano si scatena. Così è anche nel nostro lavoro: un turno inizia tranquillo, il reparto sembra gestibile, e poi – senza preavviso – la situazione muta. Un codice si aggrava, una complicazione irrompe, un paziente precipita. L’emergenza è come una burrasca improvvisa: richiede lucidità, prontezza, sangue freddo. È proprio in questi momenti che si misura una parte important...

L'organizzazione che apprende: Un modello di crescita per i team infermieristici

Nel contesto sanitario attuale, in continua evoluzione e complessità, la capacità di adattarsi e imparare è diventata essenziale per garantire cure di alta qualità. Un concetto chiave per raggiungere questo obiettivo è quello dell’ “organizzazione che apprende” . Questo modello, sviluppato e reso popolare da Peter Senge nel suo libro " La quinta disciplina " , si riferisce a un’organizzazione che facilita l’apprendimento continuo dei suoi membri e si evolve costantemente per migliorare la propria efficacia. Cosa significa per un team infermieristico? Applicare il concetto di organizzazione che apprende a un team infermieristico o a un'unità di cura significa costruire un ambiente di lavoro in cui ogni membro del team è incoraggiato non solo a svolgere i propri compiti, ma anche a partecipare attivamente alla crescita collettiva. Questo si traduce in una serie di pratiche che includono la condivisione delle conoscenze, la riflessione sulle esperienze quotidiane e l’apertu...