«Mi licenzio dal Pronto Soccorso: a 35 anni non posso nemmeno permettermi una casa»

Pavels Krilovs, infermiere 35enne del Pronto Soccorso del Sant’Orsola di Bologna, ha deciso di licenziarsi e tornare a Reggio Calabria, dove lavorerà nel settore privato. Il motivo? Stipendio inadeguato, condizioni di lavoro estenuanti e impossibilità di vivere dignitosamente in una città cara come Bologna.

Con 2.000 euro al mese e un affitto che ne assorbe la metà, Krilovs racconta la sua quotidianità: 12 ore in piedi, triage sotto pressione, aggressioni verbali e fisiche, zero riconoscimento economico per chi lavora in prima linea. Il disagio non è solo suo: negli ultimi tre mesi altri sei colleghi hanno lasciato.

«Amo il mio lavoro, ma il sistema pubblico non premia chi si sacrifica. Il privato lo ha capito: paga anche 30 euro l’ora. E io ho diritto a una vita», afferma con amarezza.

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