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In aumento le aggressioni fisiche e verbali agli operatori sanitari

A lanciare l'allarme sono statistiche spagnole. Le autorità e le organizzazioni preposte hanno messo in atto dei programmi per contenere il fenomeno, che si manifesta in forme anche gravi di intimidazione e violenza e che riconosce varie radici, non ultima il disadattamento sociale degli aggressori. I programmi contengono training per migliorare la comunicazione e gestire le situazioni di crisi, rivolti agli operatori stessi, ma c'è chi, come la Sociedad Espanola de Medicina General, ricorre a rimedi più drastici: "Il sistema deve far capire al paziente (e ai suoi familiari, ndr) che nessun atto violento. verbale o fisico, gli procurerà vantaggi, anzi dovrà essere perseguito penalmente e amministrativamente, per esempio, mediante la sospensione temporanea del diritto all'assistenza sanitaria garatuita". Come non essere d'accordo. Il cittadino, prima di essere blandito, dovrebbe, a mio avviso, essere responsabilizzato. Forse è un modo più onesto per restituirgl...

Cure and care

Si ritiene che gli infermieri migliori siano quelli che lavorano nei reparti ipertecnologici, laddove la posta in gioco, la vita del paziente, è alta e la sfida per sconfiggere la malattia acuta, "eroica" ed entusiasmante. Ed è senz'altro vero che prestare la propria attività in contesti operativi, come ad esempio la terapia intensiva, la rianimazione, la sala operatoria, il pronto soccorso, la medicina d'urgenza, richiede abilità e competenze non comuni. Ma è altrettanto vero che la cultura occidentale deve apprestarsi a valorizzare altre prerogative: il prendersi cura del paziente nella sua totalità, la continuità assistenziale, il lavoro routinario, ma prezioso, che caratterizzano l'assistenza di un'altra tipologia di paziente: l'anziano, il disabile, il malato terminale, il paziente cronico. Anzi, proprio i bisogni e i problemi evidenziati dalla condizione di cronicità costituiscono l'incognita più impellente per i sistemi sanitari occidentali. L...

"E' il personale infermieristico la vera anima degli ospedali e la loro presenza è fondamentale"

Si tratta della conclusione cui è giunta una ricerca svolta presso la School of Public Healt dell'Università della California, Los Angeles, da Jack Needleman e collaboratori (Needleman J, Buerhaus PI et al. Nurse staffing in hospital: is there a business case for quality? Health Affairs 2006; 25(1): 204-211). Un numero congruo di infermieri diplomati e l'incremento degli investimenti sull'assistenza infermieristica in termini di ore lavorate riduce il numero di pazienti deceduti, la durata delle degenze e l'incidenza delle complicanze legate al ricovero. Eccellenti risultati si ottengono anche dotando gli infermieri di adeguato personale di supporto.

Chirurgia e Formula1

I giornali riportano la notizia che il primario di chirurgia di un ospedale di Londra si è rivolto ad alcuni team di Formula 1, fra i quali anche quello della Ferrari, per migliorare i sincronismi tra medici e infermieri durante gli interventi chirurgici. Non ci trovo niente di male, anzi, mi sembra un'ottima idea. La modernità è fatta di contaminazione tra discipline e saperi diversi e cosa, meglio dello sport, sempre alla ricerca del primato e dell'eccellenza, può aiutare a migliorare le performance.

Il clima organizzativo

Le riviste specializzate pongono sempre maggiore enfasi sulla valutazione del clima organizzativo. Personalmente non condivido tutto questo trionfalismo. Mi è capitato, almeno un paio di volte, di partecipare a questo tipo di inchiesta. E poi, compilati i questionari, cosa succede?... Qualche volta, non sempre, vengono mostrati i (pessimi) risultati, dandone non di rado interpretazioni interessate e distorte. Quello che conta è che in concreto non cambia assolutamente nulla. D'altronde trovo che non abbia senso diagnosticare un disagio se poi non si interviene con efficacia e determinazione su quelle che, con gentile eufemismo, sono chiamate "criticità". Serve soltanto a produrre ulteriore frustrazione e demotivazione. Purtroppo la verità è che nelle aziende c'è ancora poca democrazia. Di peggio: si tollerano e si premiano di frequente atteggiamenti e comportamenti che incidono negativamente sulla serenità di chi lavora e quindi sulle prestazioni, sulla produttività, ...

Tendenze

Di fronte alla crescita del numero di anziani e di malati cronici, la sanità del futuro, nei paesi a più elevato sviluppo economico, prevede una deospedalizzazione delle cure a favore di interventi di assistenza da erogare sul territorio. Crescerà l'importanza strategica del medico di medicina generale e quella dell'infermiere che, per ragioni di costi e di organizzazione, assumerà responsabilità e funzioni fino ad ora esercitate dalla classe medica.

Fuga dalla corsia

In un articolo, di cui poco condivido l'ideologia di fondo, trovo però uno spunto interessante. L'articolo cui mi riferisco, intitolato "Miseria e...nobiltà", è pubblicato sul sito Il Pane e le Rose . Scrive, fra l'altro, l'autore: "Tutti quelli che fanno della professionalità il monotema per l'azione sindacale non denunciano mai la 'fuga dalle corsie' dove dovrebbe finalizzarsi tanta professionalità e 'tanto sapere'. Cresce così l'esercito degli impiegati-infermieri, insegnanti-infermieri, dirigenti-infermieri, .......-infermieri ma diminuiscono gli infermieri-infermieri". Eh sì, tutta la retorica che si fa sulla formazione infermieristica e la centralità dell'infermiere dovrebbe mirare quasi esclusivamente al miglioramento dell'assistenza diretta alla persona e quindi alla valorizzazione (anche economica) dell'infermiere-infermiere. Già Ivan Illich, nel suo indimenticabile saggio Nemesi medica, aveva messo in gu...