Eh sì, ci vuole un fisico bestiale per svolgere certe professioni.
Prendiamo l’infermiere: carenze di organico, turni incalzanti, scarse possibilità di pieno recupero fisico e mentale, organizzazioni tutt'altro che accoglienti, retribuzioni che non rendono giustizia alla responsabilità e all'impegno richiesti.
E poi, un nemico da affrontare: la malattia.
Subdola, insidiosa, imprevedibile come il mare nei romanzi di Conrad.
Un nemico che non dà tregua, che ti costringe a un aggiornamento continuo.
Leggi soltanto paper scientifici, frequenti corsi di formazione. Se provi a studiare altro, lo fai a intermittenza, di nascosto, nei pochi giorni di vacanza, con addosso il senso di colpa — perché intanto la famiglia reclama il suo spazio, e il pensiero dei malati ti insegue.
Anche leggere un romanzo, che non sia semplice "trash-fiction", diventa un'impresa.
Lo affronti a spizzichi e bocconi, spesso costretto a interromperlo e riprenderlo più volte, soprattutto se è un romanzo complesso, affollato di personaggi.
Nel malaugurato caso si legga sotto l’ombrellone, è un disastro: le pagine si ungono di crema abbronzante, il caldo, il chiacchiericcio, la musica di sottofondo ti svuotano la testa.
Il cervello — è noto — non regge la sovrastimolazione sensoriale.
E, per soprammercato, ti senti in colpa.
Hai tradito il malato. Sei stato troppo indulgente con te stesso. Hai abbassato la guardia nella lotta quotidiana contro la balena bianca: la malattia.
Così, molte letture vengono rimandate alla pensione.
Quando, però, arrivano gli acciacchi e il calo di energia. E allora sei fregato.
Non so se sia un’esperienza universale. Ma so che è molto, troppo diffusa fra chi prende davvero sul serio questa professione.
I dati parlano chiaro: tra il 2021 e il 2022, oltre 15.000 infermieri a tempo indeterminato hanno lasciato la sanità pubblica, e più del 20% ha cambiato vita e lavoro.
Un'altra fonte racconta che 6 professionisti su 10 pensano di abbandonare, e che un quarto di loro lo fa davvero.
La carenza di infermieri in Italia non è un problema contingente: è strutturale, cronico, in peggioramento.
Mancano più di 220.000 infermieri rispetto agli standard europei.
Chi resta, resta schiacciato sotto una pressione insostenibile.
Eh sì...
Ci vuole un fisico bestiale.
E anche una psiche d'acciaio.